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ARTICOLI

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L'ANGOLO REAL ESTATE by Ivana Lo Stimolo

È IMPORTANTE L'ASSICURAZIONE QUANDO SI AFFITTA UNA CASA?

Direi proprio di si. Uno degli errori piu comuni e’ proprio quello di “risparmiare” su una buona polizza assicurativa. Controllate che provenga da una assicurazione con una buona reputazione e in business da anni. Meglio evitare  compagnie appena nate solo per risparmiare qualche dollaro. Un consiglio e’ quello di controllare su siti come ambest.com la serieta’ della vostra compagnia assicurativa e andare cosi sul sicuro.
La maggior parte delle polizze copre gli oggetti personali come vestiti, mobili, apparecchi elettronici ma ci sono limiti ad esempio per i gioielli  le  pellicce o oggetti d’argento ma non preoccupatevi, si può acquistare una polizza aggiutiva che copra tutti I vostri averi.
La maggior parte delle assicurazioni hanno un deductible di 250$ ma si puo’ risparimiare un 10% con un detraibile di 500$ e un altro10% con un detraibile di $1000.  Ricordatevi  che la renter insurance copre piu “eventi” di quanto si possa immaginare, qualche esempio: i vestiti brucciachiati  di ritorno dalla tintoria che ha subito un incendio, le  adorate valigie perse per sempre dalla compagnia aerea consigliata a tutti gli amici, l’ amico che  inciampa sul vissuto tappetto ”persiano“ e si rompe un braccio, la bicicletta da corsa misteriosamente sparita  dal  basement,  il bagno rilassante dimenticato con il rubinetto aperto che allaga l’appartamento e crea una bella macchia all’inquilino dell’appartamento sottostante,  le tubature  congelate e  scoppiate  del  vicino  che allagano il tuo appartamento,
I’incendio causato dal  vicino di casa  che  costringe ad andare in albergo mentre il palazzo viene ristrutturato  e ripulito e per finire  il classico “power surge” che  colpisce il  palazzo e  letteralmente frigge il tuo nuovo cellurare …. Immagino che dopo questi eventi catastrofici apprezzerete ancora di piu’ il valore della vostra polizza assicurativa.
Per concludere ricordateviche se intendete subaffittare il vostro amato appartamento durante le vacanze natalizie  molte polizze non coprono i  danni causati dai vostri inquilii  Airbnb. Se avete intenzione di affittare tramite questo portale o simli informate la vostra assicurazione per tempo!

UN LIBRO PER AMICO by Monica Rossi

Una vita a gioiello di Patrizia Di Carrobio

Dopo aver trascorso una stupenda, indimenticabile serata tra Schubert, chiacchiere e i miglior bocconcini di mortadella che abbia assaggiato in anni, tutte noi oramai conosciamo la generosa, e appassionata signora Patrizia di Carobbio. Si, perche’ di signora con la S maiuscola si tratta: affabile, decisa, sicura di se e dei suoi pensieri, padrona del proprio mondo. Ho cosi il piacere di proporvi il suo libro Una vita a gioiello, in inglese Be Jewelled, pubblicato da Edizioni Polistampa nel settembre 2017. Patrizia, nata in Canada da genitori italiani, e’ stata ed e’ cittadina del mondo: ha vissuto in Belgio, in Italia, a Londra ed ora a New York. La sua profonda conoscenza di pietre preziose e gioielli si forma da Christie’s, dove e’ stata  responsabile del settore gioielli per molti anni.
Come definire questa opera: una quasi biografia? Un romanzo personale in terza persona? Un elogio alla professione della gioielliera? Un’ apologia delle pietre e del loro significato? Il libro di Patrizia e’ un poco di tutto questo. Si legge tutto insieme, d’un colpo; l’alternarsi di mini saggi istruttivi e informativi sulla natura, provenienza e storia delle pietre preziose al raccontare dinamico e terso degli episodi di vita familiare, del padre, della madre, delle sorelle, delle zie, tutte queste donne incredibili e che hanno lasciato su Parizia un segno cosi profondo. Lo scrivere dinamico che non si prende sul serio, ironico ma intelligente, che insegna cose nuove, che toccano il lettore sempre nella mente e nel cuore. Patrizia, come essa stessa si descrive, va dritta al punto, non si dileggia su cose futili, ma si impegna a dirci cose preziose e sorprendenti come i suoi amati gioielli.
Ho apprezzato moltissimo l’eleganza naturale di questa lettura. Anche io amo i gioielli, in particolare l’oro bianco, il diamante, lo zaffiro. E dopo aver letto Una vita a gioiello, ho capito anche perche’ proprio queste pietre mi piacciono e mi rappresentano. 

DIETRO LE QUINTE di Francesca Di Matteo

Attualità, cinema e spettacolo

Quante notizie ci sfuggono nel via vai giornaliero? Su quante bisognerebbe riflettere? Ecco, la rubrica “dietro le quinte” sarà un modo per rallentare la frenesia nella quale veniamo inghiottiti e per ritagliarci uno spazio tutto nostro di riflessione e di dibattito. Aperto, è fuori di dubbio. Vi preannuncio che non sarà per forza di cose un dietro le quinte televisive, a meno che non lo vogliate. L’autoreferenzialità non mi è mai piaciuta. Ma sarà senz’altro un andare oltre il pensiero comune per approfondire un argomento che, rimbalzato sulla cronaca italiana o americana, ha suscitato reazioni divergenti. Ci faremo quattro risate se il tema lo permetterà o proveremo a indignarci su tematiche nuove, alcune dalle vesti vecchie.
Il mese scorso, tra i numerosi eventi catapultati sui media e non solo, uno in particolare mi ha travolto non fosse altro perché ho trovato la mail intasata, messenger in confusione e sui social ho osservato, in silenzio, un guazzabuglio di commenti. Tantissimi al vetriolo. Mi riferisco al messaggio di Nadia Toffa, conduttrice e inviata delle Iene, sul cancro. In sintesi Nadia Toffa in diretta televisiva ha dichiarato di aver superato un tumore, di aver fatto la chemio, di portare una parrucca, di aver vinto il nemico e di sentirsi combattente e “figa” – prendete il termine con le pinze, ma è quello che realmente ha detto –  come tutti i malati di cancro che giornalmente affrontano un male simile. Ora evitando di commentare quanto sottile sia il filo tra l’importanza di lanciare un messaggio del genere e la banalizzazione di un male che di banale non ha proprio nulla, vorrei soffermarmi su un altro aspetto. Si chiama senso di vergogna. Quel senso di vergogna di cui mi ha parlato a cuore aperto in una mail una donna malata di cancro da tempo. Ogni volta si rialza, ogni volta ricade, perché la maggior parte delle persone come lei non guarisce in due mesi come fortunatamente è accaduto a Nadia.  “Ci vergogniamo tutte – mi ha scritto –  nessuna esclusa. Ci vergogniamo persino a pronunciare a voce alta la parola cancro. Entriamo senza rendercene conto nel cono d’ombra della vergogna come è successo anche alla Toffa e alla Bignardi (Daria Bignardi ha avuto un tumore e ha da poco scritto un libro al riguardo, ndr). Entrambe non hanno parlato del loro tumore durante le terapie, quelle brutte quando vomitiamo, quando i capelli cadono, la pelle diventa diversa e ti vedi una schifezza. In quei terribili momenti non ci sentiamo fighe e neanche combattenti ma semplicemente sfinite e la speranza si aggrappa alla scienza e a Dio. Proviamo un senso di vergogna quando portiamo la parrucca. Non lo vogliamo dire. Sapete perché? Ci fisserete tutti i capelli e smetterete di guardarci negli occhi. Magari qualcuno dirà “però è fatta davvero bene, sembrano capelli veri”. Sembrano, peccato non lo siano. Peccato desideri ogni giorno riavere i miei capelli. Allora, smettetela di lanciare messaggi per noi, iniziate a lanciare messaggi per voi. E chi quel male lo ha visto, parli di questo, del senso di vergogna che ci rende uguali”.

PREVENZIONE IN PILLOLE by Giuseppina Azzolini

Nel corso degli incontri  con NYIW mi sono resa conto che molte delle nostre splendide donne non sono al corrente dell’esistenza di un accordo in materia di sicurezza sociale firmato fra Italia e Stati Uniti  d’America. Ho pensato di ripubblicare, con le modifiche necessarie, un articolo già apparso sulla nostra rubrica.
  La maggior parte di noi e’ arrivata negli USA per ragioni di lavoro, nostro o dei mariti/compagni, e una delle preoccupazioni e’ cosa succederà con la contribuzione versata in Italia oppure cosa succederà dal punto di vista previdenziale una volta che si lasciano gli Stati Uniti.
Premettiamo che per poter ottenere una pensione di vecchiaia dall’INPS e’ necessario aver versato contribuzione per almeno 20 anni (1040 contributi settimanali) ed aver raggiunto l’età pensionabile che per  nel 2018 e’ di  66 anni e 7 mesi. Per ottenere una pensione anticipata e’necessario totalizzare 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini) a prescindere dall’età’ anagrafica.
Esiste una convenzione fra INPS e Social Security che prevede che sono sufficienti in Italia 52 settimane di contribuzione e che si totalizzino con gli Stati Uniti 20 anni per aver diritto, all’età’ pensionabile, ad una pensione in pro-rata, cioè proporzionata a quanto versato in ciascuno stato. La convenzione e’ naturalmente valida anche sul fronte opposto: sono sufficienti 6 credits (trimestri) di contribuzione versati alla Social Security e totalizzare 10 anni con l’Italia per aver diritto ad una pro rata di pensione dalla Social Security.
Per verificare la vostra personale situazione potete rivolgervi ad un Patronato: tutti i servizi di consulenza e assistenza previdenziale sono completamente gratuiti.

ANDATA E RITORNO by Emanuela Caracciolo

Da Park slope a Bologna si espande il progetto del supermercato autogestito per un commercio sostenibile e consapevole
Aprirà i battenti a marzo 2018 ma è già un successo il progetto Camilla, il primo emporio autogestito in Italia. 
Nato da un’idea di emporio cooperativo nato a Wall Street in piena crisi economica nel 1973, e con sede a Brooklyn, “Park Slope Food Coop e che oggi vanta 17mila soci.
Come funziona? I consumatori di questo “supermercato”, sono anche soci della cooperativa che l’ha fondato. Ciascun socio, per essere tale e poter fare la spesa al suo interno, deve lavorare nel supermercato circa 3 ore al mese. 
In parole povere sono i soci a svolgere il 75% del lavoro necessario a gestire l’emporio, ricevendo in cambio dell’impegno e di una fee annuale di 100 euro, la possibilità di scegliere tra più di 15.000 prodotti a prezzi mediamente inferiori del 20%. 
Il consumatore non è solo un cliente, ma anche socio, cassiere e magazziniere e rivela la necessità di un modello più umano, solidale .
Ne sono convinte le associazioni di acquisto solidale Alchemilla GAS  e Campi Aperti – organizzazione di produttori biologici e contadini del territorio, fondatori di Camilla.
 Al centro dell’offerta del punto vendita ci sono ovviamente alimenti bio ed eco-sostenibili, di qualità e convenienti.
I vantaggi rientrano ovviamente nell’ambito della convenienza, ma anche nella qualità dei prodotti e nel raggiungimento di un rapporto più equilibrato e diretto tra consumatori/soci e fornitori che riduce gli intermediari tra consumatore e produttore. 
La cooperativa acquista da fornitori selezionati dai soci, a sostegno di un’agricoltura contadina. Grazie all’acquisto diretto dai produttori, vengono garantiti ai soci beni di alta qualità a prezzi inferiori, rispettando la giusta remunerazione di chi lavora. Un progetto innovativo e inclusivo al tempo stesso, che coinvolge le energie e le scelte delle persone.  
Per informazioni https://alchemillagas.noblogs.org/camilla/

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